25 Aprile 2011: Giulio Franchini

Giulio Franchini – Studente

Buongiorno a tutte e a tutti. Mi chiamo Giulio, studente del liceo Leonardo Da Vinci e coordinatore del laboratorio di partecipazione studentesca di Milano.

Sono orgoglioso di parlare in questa piazza in questa giornata di festa ma non solo, perché non credo che oggi si debba solo festeggiare, bisogna anche ricordare e stare in guardia.

Ricordare perché la memoria storica è importante, dà gli strumenti per valutare il presente e comprendere come si sentivano i partigiani che combattevano per la libertà e i cittadini che li aiutarono, partigiani quanto loro, quando caddero le bombe in corso Monforte, non lontano da qui, e in molte altre parti della città le bombe facevano vivere nel terrore.

La città non è più in grado di raccontare le loro storie, ma è importante che non vadano dimenticate, dovrebbero anzi essere studiate nelle classi dove troppo spesso la storia contemporanea è trattata alla carlona.

Ricordando e studiando quel periodo, non si può certo sentire le emozioni che i partigiani e i cittadini italiani, ma soprattutto milanesi, provarono.

Sappiamo però che in questo giorno  66 anni fa loro festeggiarono. Festeggiarono a lungo, ballarono fino a sera nei cortili, la gente si abbracciava e si baciava. Si pianse di gioia.

E così noi oggi dobbiamo gioire.

Essere felici e festeggiare ancora coloro che ci liberarono dal nazifascismo, chi di loro non è in più in vita sicuramente festeggerebbe ancora e gioirebbe nel vedere giovani e anziani a celebrare la loro vittoria con momenti di felicità.

Ma sicuramente ci direbbero di stare in guardia. Perché la libertà è un valore che si nota solo quando viene a mancare, e quindi dobbiamo star attenti, dovremmo essere tutti, tutti i giorni partigiani resistenti. Partigiani resistenti contro l’indifferenza e l’ignoranza.

Partigiani in difesa della costituzione e dei valori da essa espressa.

L’assemblea costituente la chiamò costituzione progettuale, a sottolineare il fatto che può essere cambiata, ma non stravolta nei suoi principi fondamentali.

Per questo motivo la scuola deve essere pubblica! Come la vollero i padri costituenti.

Lo stato dovrebbe valorizzarla, invece di denigrarla e impoverirla come sta facendo. 50 anni fa Piero Calamandrei disse che siccome la costituzione pone dei saldi paletti in difesa della scuola pubblica, lo stato, avrebbe teso a impoverirla e valorizzare le scuole private, perché come disse lui stesso:“nelle scuole pubbliche c’è sempre una certa resistenza, anche durante il regime c’era”.

E fece la differenza! Ogni anno, in questo giorno, si rinnova il passaggio di un testimone, che ricorda a noi giovani di non arrendersi all’ignoranza e all’indifferenza, ma di lottare contro di esse come fecero i partigiani. Cerchiamo di essere la linfa vitale della costituzione.

Che come disse Calamandrei “è un pezzo di carta che cade se lasciato”, deve essere riempito dallo spirito e dalla forza di qualcuno, che , a mio modo di vedere, dovremmo essere noi.

Mi sento di concludere con una citazione che vuole essere , passatemi il gioco di parole, un’incitazione allo stare in guardia e al comprendere l’importanza del nostro impegno in questa giornata. “e se al momento di agire le sole domande che ti farai saranno “se ora quando? Se non io chi” Allora il mondo e tutto quello che c’è dentro sarà nostro.

Buon 25 aprile a tutte e tutti i compagni.