L’ANPI Provinciale di Milano ha accolto con profondo dolore la notizia della scomparsa del Presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
Il suo nome è legato alla difesa inflessibile della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza. In quell’impegno culmina la sua vita pubblica che è iniziata nel 1946 con la sua elezione all’Assemblea Costituente e che lo ha visto deputato della Democrazia Cristiana senza interruzione.
Più volte Ministro, Scalfaro viene eletto il 24 aprile del 1992 Presidente della Camera dei Deputati e poco dopo, il 25 maggio dello stesso anno, al Quirinale, nella più alta magistratura della Repubblica, sino al 1999.
Scalfaro ha dovuto affrontare gli anni più difficili della nostra Repubblica caratterizzati dalla gravissima crisi morale e di fiducia nelle istituzioni, seguita a Tangentopoli.
Quando il 22 dicembre 1994 si dimise il Governo Berlusconi, Scalfaro, affidando il 17 gennaio 1995 l’incarico a Lamberto Dini, escluse la strada dello scioglimento anticipato delle Camere, avvalendosi dell’autorità di arbitro unico, perché voleva che non venisse alterato il carattere parlamentare della Repubblica, sancito dalla Costituzione.
Scalfaro si è poi strenuamente battuto, nella sua qualità di Presidente dell’Associazione “Salviamo la Costituzione”, perché venisse sconfitto, con il referendum del 25 giugno 2006, il progetto di controriforma della Carta Costituzionale formulato dalle forze di centro-destra.
Amava sostenere che “da cittadino non si va in pensione”, perché “c’è sempre spazio, se si vuole, per servire verità e giustizia”.
In una bellissima intervista rilasciata a Sergio Zavoli il 15 dicembre 2004, a proposito della proposta di controriforma costituzionale, Scalfaro sottolineò il carattere democratico e parlamentare della nostra Repubblica e aggiunse: “Il Parlamento, cioè gli eletti dal popolo, è il vertice dello stato democratico.
La riforma attualmente in discussione mortifica pesantemente il Parlamento e concentra ogni potere sul Primo Ministro, senza che vi siano seri contrappesi”.
Severo è sempre stato il suo richiamo al ripudio della guerra dettato dall’articolo 11 della Carta Costituzionale e al conseguente obbligo per l’Italia di tenersi estranea a ogni coinvolgimento a guerre preventive come quelle combattute contro l’Iraq.
A Sergio Zavoli che gli chiedeva quali sono i punti forti e quali i punti deboli della nostra democrazia, Scalfaro così rispondeva: “Il punto più forte della nostra democrazia è l’essere nata da tanta sofferenza, da tanto sangue, cioè da un “no” alla dittatura pagato a caro prezzo.
La debolezza maggiore è dimenticarsi di questo patrimonio umano ricchissimo, e disinteressarsi dei doveri verso la comunità, Sciacquarsi le mani è sempre il peggio.” Forte rimarrà a tutti noi il suo esempio, il suo impegno e il suo insegnamento.
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