Arena Civica – viale Byron

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18 dicembre 1943, i Gap uccidono in via Bronzetti il Commissario Federale milanese del PNF Aldo Resega. La città è occupata dai tedeschi da già tre mesi e la Resistenza ha già messo a segno alcuni colpi come l’attacco al deposito di benzina dell’aeroporto di Taliedo e la bomba all’ufficio di informazione tedesco della Stazione Centrale. L’uccisione di Resega per la dirigenza fascista meritava una risposta spietata e così fu. Su ordine del Ministro dell’Interno della Repubblica Sociale Italiana Buffarini Guidi (che verrà fucilato dai partigiani per i suoi crimini il 10 luglio 1945) e del capo della Provincia Oscar Uccelli, venne istituito un Tribunale militare straordinario costituito dal generale Solinas che condannò a morte, otto partigiani in quel momento detenuti a San Vittore e che non c’entravano nulla con l’eliminazione di Resega. Il processo farsa si svolse nel primo pomeriggio del 19 dicembre ’43 presso il Palazzo di Giustizia di Milano. Il procedimento senza difesa e senza pubblico ebbe fine in meno di due ore.

I condannati furono portati all’Arena dove furono fucilati da militi della Legione Muti (che saranno responsabili anche della fucilazione dei 15 di piazzale Loreto) e del gruppo Trieste. Un nono condannato, Mario Brenna, cui la pena venne commutata in 20 anni di reclusione, fu costretto ad assistere alla fucilazione dei suoi compagni. Il Corriere della Sera del 20 dicembre, all’epoca voce autorevole della RSI, dopo aver esaltato i funerali di Resega, in un articolo a margine intitolato: “Otto criminali giustiziati responsabili di omicidi, di rivolta contro i poteri dello Stato, d’incitamento alla strage, detentori di armi e munizioni, di apparecchi radio trasmittenti e di materiale di propaganda comunista. Contro i sanguinari perturbatori dell’ordine” annotava compiaciuto: “Nessuna rappresaglia disordinata, inconsulta, individuale. Tutto il Fascismo è rimasto al suo posto, vigile e saldo, fidente che gli organi dello Stato avrebbero compiuto la loro opera di doverosa giustizia contro i sanguinari disgregatori dell’ordine e traditori della Patria.

Belardinelli Francesco, pubblico ministero del tribunale straordinario che ordinò la rappresaglia, fu condannato il 12 novembre 1946 alla pena di morte. La predeterminazione della condanna a morte è dimostrata dal fatto che l’Arena fu bloccata al pubblico da reparti militari alcune ore prima della sentenza del tribunale militare, come scritto nella sentenza citata della Corte d’Assise del 1946 con nota a pagina 40. La Corte di Cassazione il 14 febbraio 1949 annullò la sentenza e rinviò per nuovo esame alla Corte d’assise di Viterbo. Nessuno pagò, un classico del dopoguerra italiano.

CAPOLONGO CARMINE

Ortanova (FG),  27 gennaio 1899 – Milano (Arena), 19 dicembre 1943

CERINI FEDELE

Cuvio, 1914 – Milano (Arena), 19 dicembre 1943

CERVI GIOVANNI

Gattatico (RE), 1 giugno 1903 – Milano (Arena), 19 dicembre 1943

GABAN LUCIANO

? – Milano (Arena), 19 dicembre 1943

MADDALENA ALBERTO

Milano,17 settembre 1916 – Milano (Arena), 19 dicembre 1943

MENDEL CARLO LEONE

Sestri Levante (GE), 29 dicembre 1915 – Milano (Arena), 19 dicembre 1943

ROSSIN AMEDEO

Pressana San Sebastiano (VR), 1923 Milano (Arena), 19 dicembre 1943

OTTOLENGHI GIUSEPPE

Milano, 15 novembre 1921 – Milano (Arena), 19 dicembre 1943