In particolare, l’ANPI è fermamente convinta che l’art. 18 dello Statuto rappresenta tuttora una garanzia di libertà, non risultando, peraltro, che la sua abolizione potrebbe in alcun modo giovare a risolvere il problema della crescita, dello sviluppo e della occupazione, che dipende da ben altri fattori e che deve essere risolto con provvedimenti organici, diretti unicamente e coerentemente a questi fini.
E’ altresì nostra convinzione che il problema della rappresentanza sindacale in azienda si risolva in un vero e proprio presidio di libertà, corrispondendo non solo alla necessità di una forte e positiva dialettica sindacale, ma anche e soprattutto all’esigenza di attuazione di uno dei princìpi fondamentali consacrati nell’art. 39 della Costituzione: le lavoratrici ed i lavoratori hanno diritto ad essere rappresentati e tutelati, anche all’interno delle aziende, sempre e comunque, e in ogni caso indipendentemente dalla sottoscrizione del contratto aziendale.
Quando si tratta di princìpi fondamentali, che attengono ai diritti civili, politici e sindacali dei lavoratori e delle lavoratrici, la linea di difesa apprestata dal Sindacato ci riguarda tutti, come cittadini e come persone, perché il lavoro e la dignità nel lavoro appartengono ai fondamenti della convivenza civile.
Per questo solidarizziamo con l’iniziativa della Fiom, nella convinzione fermissima che, nella sostanza, i problemi sollevati riguardano l’intera collettività.
Carlo Smuraglia – Presidente Nazionale ANPI
Roma, 24 febbraio 2012