Sala Domenico

L’Avanti, martedì 10 ottobre 1922

Il conflitto di Dergano

 Lo stato fascista in azione – Carabinieri e fascisti sparano contro la popolazione – Un morto, due moribondi e molti feriti – Le menzogne della stampa onesta

 Ieri sono stati da noi alcuni operai di Dergano – nessuno dei quali è socialista o comunista – e ci hanno raccontato come si è svolto il conflitto tra fascisti e operai, smentendo riga per riga l’infame versione del «Secolo» e quella non meno infame del «Corriere della Sera».

Avevamo già disposto di nostra iniziativa a recarsi sul posto per una inchiesta, la quale è servita a confermare il racconto fattoci dagli operai.

Da tempo i fascisti di Dergano avevano manifestato il desiderio di dare «una lezione ai rossi»: erano già avvenuti incidenti che avevano condotto alla chiusura del circolo familiare «Rinascimento». Seguendo la cronistoria di questi incidenti e l’opera di…pacificazione svolta dai carabinieri del luogo ci sarebbe facile rintracciare tutti gli elementi del previo concerto, ma crediamo inutile farlo per ragioni intuitive. Veniamo quindi alla cronaca del conflitto di domenica e narriamo come si sono svolte le cose, servendoci di testimoni oculari.

Ecco quanto ci ha raccontato l’operaio L. B. alla presenza di altri testimoni:

«Domenica – verso le 2 del pomeriggio – alcune squadre di fascisti del luogo e dei paesi limitrofi hanno incominciato a provocare i popolani. Il primo atto di provocazione si è verificato nei locali delle scuole comunali, dove la Banda locale stava suonando dei ballabili per rallegrare la Pesca di beneficenza. I fascisti, dopo aver invaso i locali, strapparono alcuni distintivi e tolsero qualche fazzoletto rosso.

I carabinieri – che erano già stati visti in cordiali conversari coi «camerata» fascisti – lasciarono fare, proprio come se loro non avessero altro compito.

Come è stato provocato il conflitto

«Alle 17 due fascisti si staccarono dal gruppo degli altri e si portarono davanti al Circolo con aria di chi cerca qualche cosa. Furono avvicinati da due soci del Circolo e pregati di allontanarsi per evitare incidenti.

«I fascisti risposero arrogantemente, mentre gli altri del gruppo si avvicinarono impugnando le rivoltelle. Furono sparati i primi colpi e caddero i primi feriti sotto la porta del Circolo e in istrada.

«Fu il segnale di una vera battaglia. Noi salimmo su i tetti, da dove ci difendemmo alla meglio e da dove potemmo vedere carabinieri e fascisti sparare contro le finestre ed i tetti delle case.

«I carabinieri passavano armi e munizioni ai fascisti.

Il Circolo invaso – Un morto

«Fascisti e carabinieri sfondarono poi la porta del Circolo «Rinascimento» e si…rifocillarono con pane, salame e bottiglie di vino.

«Da un prato che circonda la sede del Circolo e le case vicine, carabinieri e fascisti aprirono un fuoco di fila contro le finestre di alcune case operaie».

«L’operaio Sala Domenico, da 15 giorni inchiodato a letto, alzatosi per lo spavento e portatosi alla finestra, veniva raggiunto da un proiettile che lo freddava all’istante».

LAPIDE : Via Conte Verde 17

Carabinieri e fascisti si dettero inoltre a perquisire tutte le abitazioni e ad operare arresti, terrorizzando donne e fanciulli.

«La sede del Circolo fu trasformata in una caserma. Ai fascisti competeva l’autorità di dichiarare in arresti i cittadini: i carabinieri ubbidivano.

«La «baldoria» è durata tutta la notte.

«Stamani – così ci è stato assicurato – l’autorità compirà la sua inchiesta. Vedremo… La colpa sarà certamente attribuita a coloro che sono stati assaliti in casa propria e che si sono difesi, usufruendo semplicemente di un diritto consacrato nel Codice penale».

“L’agguato”

Da nostre informazioni assunte direttamente sul posto, risulta in modo chiaro che «l’agguato» non c’è stato che contro della povera gente ignara di tutto e non facente parte di nessuna organizzazione politica.

Vi è stato al contrario un assalto di gente armata, la quale, in collaborazione coi carabinieri, ha preso a bersaglio altra gente che si è difesa come ha potuto e con i mezzi che aveva a disposizione. In questo conflitto vi sono stati feriti da una parte e dall’altra; ma la morte del Sala, stroncato alla finestra della sua stanza di dolore, dice quello che nessuna falsa versione può smentire; dice da qual parte sono stati gli assalitori e da quale quelli che hanno dovuto difendersi disperatamente.

Chi fantastica quindi di agguati, mente semplicemente.

I feriti e gli arrestati

Fra i feriti gravi durante il conflitto, la questura fa figurare certo Grassiglia Paolo, d’anni 22, della squadra «Tonoli», abitante a Milano in via De Amicis, 57. La verità è invece che il Grassiglia è stato ferito da un gruppo di giovanotti, nei pressi delle Scuole comunali, molto prima che avvenisse il conflitto.

Il Grassiglia, da unanimi testimonianze, risulta che era uno dei fascisti che più si sono distinti nelle violenze contro gli operai inermi.

Le sue condizioni sono assai gravi.

Disperate sono poi le condizioni del facchino Costante Strada, di anni 30, ferito da un colpo di rivoltella al polmone sinistro, mentre cercava riparo ai colpi dei carabinieri e dei fascisti nei locali del Circolo.

Pure feriti d’arme da fuoco sono gli operai Cesare Giorgi – già tradotto all’infermeria del Carcere – ed Achille Oggini di anni 14.

Gli arresti ammontano ad oltre un centinaio e sono stati operati dai carabinieri, giunti in «camion» da Milano e dai fascisti.