Milano, 6 gennaio 1896 – Milano, 15 ottobre 1982.
Nato il 6 gennaio 1896, muore a Milano il 15 ottobre 1982.Laureato in scienze economiche all’Università commerciale Luigi Bocconi, partecipa come volontario alla prima guerra mondiale. È prima segretario e poi direttore del Museo sociale della Società Umanitaria di Milano, carica dalla quale fu rimosso dai fascisti nel 1924. Collaboratore de “La Rivoluzione liberale” di Piero Gobetti e fondatore, con Ferruccio Parri e altri, del settimanale “Il Caffè”, viene arrestato più volte e, nel 1927, confinato a Ustica e a Lipari.
Tornato libero nel 1928, riprende l’attività clandestina e, con Ernesto Rossi e altri, aderisce al movimento Giustizia e Libertà, fondato a Parigi nell’agosto del 1929 da Carlo Rosselli, Emilio Lussu e Francesco Fausto Nitti. Dopo altri arresti, nel 1931 Bauer viene condannato definitivamente dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato a venti anni di reclusione. Si tratta della prima sentenza contro il movimento “Giustizia e Libertà” e i suoi massimi dirigenti. Tra gli imputati figurano lo scienziato Umberto Ceva, suicidatosi in carcere, e la spia dell’OVRA Carlo Del Re. Nel 1939 esce dal carcere e viene inviato al confino di Ventotene. Liberato nel 1943, partecipa al congresso clandestino del Partito d’Azione (Firenze, 5-6 settembre 1943) nel quale è nominato responsabile militare per il Centro-Sud, in previsione di una lotta popolare armata contro le divisioni tedesche che già calano agguerrite attraverso il confine del Brennero. A Roma, dopo l’8 settembre, come dirigente e capo della Giunta militare del Partito d’Azione, è tra i principali organizzatori della Resistenza. È membro del Comitato centrale di liberazione nazionale e del più ristretto comitato militare, con Luigi Longo e Sandro Pertini. Dopo la Liberazione milita nel Partito d’Azione e viene nominato componente della Consulta Nazionale (1945). Nel febbraio del 1946 si tiene il primo congresso del partito, nel quale la radicalizzazione dei contrasti interni portano all’uscita di Parri e La Malfa. Deluso, Bauer lascia la politica dimettendosi anche dalla Consulta; torna prima alla vicepresidenza, poi alla presidenza della Società Umanitaria. Milano lo ricorda come presidente della Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo e soprattutto della Società Umanitaria, che grazie a lui e agli esperti raccolti sotto la sua guida fu trasformata, da originaria opera pia, in prestigioso centro sperimentale.
Lapide : piazzale Cadorna, 4