Beata suor Enrichetta Alfieri

Borgo Vercelli,  il 23 febbraio 1891 – Milano, 1 novembre 1955

Una lapide in ricordo di Suor Enrichetta Alfieri è posta all’interno del carcere di San Vittore. Nata a Borgo Vercelli il 23 febbraio 1891, Suor Enrichetta entrò fra le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret nel 1911, nel Monastero Santa Margherita di Vercelli. Dopo essersi dedicata all’assistenza ai bambini e ai più bisognosi, nel 1923 viene destinata a un nuovo servizio, presso il carcere di San Vittore a Milano. Inizialmente si occupa delle detenute, preoccupandosi di rendere meno dolorosa la vita delle recluse, in special modo delle madri. A tale scopo adibisce alcune aree del carcere a struttura dedicata alle detenute con figli, creando laboratori, nidi e scuole per bimbi.

L’impegno di Suor Enrichetta Alfieri tra i detenuti si distingue soprattutto nel periodo della Resistenza, dopo l’8 settembre ’43 e l’occupazione tedesca, quando compie una netta scelta di campo insieme ad alcune altre suore del carcere. Quando escono da San Vittore per recarsi in chiesa o fare spese, le suore incontrano membri del CLNAI per recapitare messaggi o consegnare generi di conforto. All’interno del carcere è continua la loro opera di assistenza e sostegno ai detenuti politici, ai partigiani e agli ebrei detenuti nel raggio gestito dalle SS. I Tedeschi gestiscono alcuni raggi (IV, V e VI) del carcere quasi come un campo di concentramento; questo diventa il luogo degli interrogatori, delle torture fisiche e morali, delle condanne e delle partenze per i campi di sterminio. Suor Enrichetta non si risparmia nell’opera di assistenza e di collegamento tra i detenuti e l’esterno; spesso nasconde su di sé lettere e messaggi per i reclusi oppure fa pervenire all’esterno, alle persone in pericolo, notizie carpite o raccolte per caso, affinché gli interessati possano fuggire, distruggere prove ed essere messi in guardia dalle spie. In questo modo vengono salvate molte vite e viene protetta l’esistenza di varie strutture della Resistenza, che i nazifascisti non riescono a smantellare. Per questa attività viene accusata di spionaggio e arrestata il 23 settembre 1944. Divenuta la matricola n. 3209 e detenuta in una cella di rigore del carcere, resta in attesa della condanna alla fucilazione o all’internamento in un campo di concentramento in Germania. Grazie all’interessamento dell’arcivescovo di Milano, il Cardinale Ildefonso Schuster, la pena viene commutata. Suor Enrichetta viene quindi liberata e avviata a una sorta di confino all’Istituto Palazzolo di Grumello al Monte (BG). A guerra finita, il 7 maggio 1945, accompagnata da esponenti del CLN di Milano, torna a San Vittore, dove continuerà la sua opera sino alla morte, avvenuta nel novembre 1955. Negli anni successivi alla sua scomparsa numerosi sono gli attestati di benemerenza ricevuti da Suor Enrichetta: dalla Unione delle Comunità Israelitiche, alla Medaglia d’oro della Chiesa Ambrosiana assegnata dal Cardinal Carlo Maria Martini in occasione del 40° Anniversario della Liberazione e, nel 1991, l’Ambrogino d’Oro conferito dal Comune di Milano. Il 2 aprile 2011, l’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi dichiara ufficialmente la beatificazione di Suor Enrichetta Alfieri.

LAPIDE : Interno di San Vittore