Roma, 1892 – Bergamo, 24 luglio 1944
Aveva partecipato alla Prima guerra mondiale come capitano del 120 Reggimento Bersaglieri. Aveva poi avviato a Milano una piccola attività ind ustriale per la produzione di presidi per disabili. Richiamato alle armi nel giugno 1940 e mandato sul fronte russo, riuscì a tornare in Italia. L’8 settembre 1943, al comando di un distaccamento del 30 Bersaglieri a Porto Valtravaglia, si diede alla lotta di resistenza partigiana con i suoi soldati, costituendo una banda dal nome “Esercito Italiano-Gruppo Cinque Giornate”, scegliendosi il nome di battaglia Giustizia e dando al suo gruppo il motto” Non si è posto fango sul nostro volto”. Dopo aver partecipato eroicamente alla battaglia di San Martino di Vallalta, nel novembre 1943 sostenne col suo gruppo per quattro giorni l’assalto di tremila tedeschi in Val di Tagno. Nonostante fosse stato ferito, riuscì ad aprire una via di fuga verso la Svizzera per sé e per i compagni feriti. Rientrato in Italia qualche mese dopo, cadde prigioniero con una grave ferita al braccio e morì pochi giorni dopo all’ospedale di Bergamo. Gli è stata conferita la Medaglia d’Oro al valor militare, sulla cui motivazione si legge: ” … poche ore dopo aver subito l’amputazione del braccio destro, era barbaramente torturato senza che gli aguzzini altro potessero cavargli di bocca se non le parole «/I mio nome è ltalia”.
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