Garanzini Paolo


Abbiategrasso (MI), 21 novembre 1905 – Cassinino (PV), 31 agosto 1944

Nato ad Abbiategrasso (MI) il 21 novembre 1905, fucilato il 31 agosto 1944 a Cassinino (PV). Abitava in via Baravalle 22. Attivista comunista fin da giovane età, prese parte attiva agli scioperi del 1920-21 e fu licenziato per questo motivo. Venne assunto al TIBB e seppur di modestissime condizioni economiche, destinava ai compagni più bisognosi i guadagni che realizzava con un piccolo lavoro serale. Il 25 luglio lo trovò in prima linea trascinando con il suo esempio i compagni di lavoro. Dopo l’8 settembre svolse attività infaticabile in fabbrica, nella diffusione della stampa clandestina e nell’organizzazione politica e militare della nascente 114a Brigata Garibaldi SAP di Porta Romana. Fu arrestato il 24 agosto 1944 e sottoposto a violenti torture dai carnefici della Muti. La sera del 31 agosto Paolo Garanzini, assieme a Leopoldo Fagnani, partigiani detenuti presso le carceri milanesi di San Vittore, vengono prelevati dalla cella e condotti in località Cassinino (frazione di Pavia), dove vengono giustiziati dai nazifascisti. A lui venne intitolata la 114a Brigata Garibaldi Sap operante a Porta Romana. Il Comitato di agitazione clandestino preparò gli scioperi del marzo 1944, ai quali parteciparono oltre 200.000 lavoratori delle industrie di Torino, Milano e Genova. Lo sciopero iniziò il 1° marzo e si diffuse rapidamente e per più di una settimana, fino a quando non venne represso dai tedeschi e dalla polizia di Salò attraverso una massiccia azione di rappresaglia e di deportazione dei lavoratori nei campi di concentramento. Scioperi e agitazioni proseguirono nei mesi successivi, per reclamare migliori condizioni di lavoro e di paga, oltre all’aumento dell’indennità di carovita. Per questo motivo, diversi operai dello stabilimento subirono l’arresto e la deportazione, e alcuni di loro non fecero ritorno.