Greppi Mario


Milano, 26 giugno 1920 – Milano, 23 agosto 1944

Nato a Milano il 26 giugno 1920, caduto il 23 agosto 1944. Dal padre Antonio (che sarà il primo sindaco di Milano) e dalla madre Bianca Mazzoni ricevette l’insegnamento che lo portò giovanissimo a militare nell’antifascismo e poi nella lotta di liberazione. Partigiano nell’8a Brigata Matteotti, incaricato del collegamento tra il Comando Generale e le formazioni operanti nella Valle Cusio (Novara) e nell’Ossola. Così Alberto Delfino, in “La storia di Milano nelle lapidi”, pubblicato nel 1972 dal Comune di Milano, ha ricostruito il tragico episodio: “Mariolino Greppi era giunto a Milano la mattina del 21 agosto dall’Ossola; doveva portare alcuni documenti segreti per il Comando Generale della “Matteotti”, e doveva ritirare del materiale di propaganda. Fu arrestato con il contributo attivo di due spie fasciste. Fu portato in caserma, interrogato e trovato in possesso di documenti compromettenti. Si tentò di usarlo come “esca” per catturare il suo comandante. Lo portarono a casa sua, in viale San Michele del Carso, bloccarono una telefonata, e, falsificando la sua voce, diedero un appuntamento a un compagno di lotta di Mariolino. Poi lo portarono in un esercizio pubblico di piazzale Baracca, dove doveva avvenire il nuovo incontro. Mario Greppi non voleva compromettere il suo compagno. L’unico modo per evitarne la cattura era quello di tentare la fuga, a qualsiasi costo. E così fece, cercando di salire su una vettura tranviaria.” Il racconto a questo punto passa a Ombretta Tamagni; che ha conservato il ricordo del racconto di sua madre, Ida Benvenuti Tamagni, che abitava in via San Michele del Carso 5 e che fu testimone oculare: “Mariolino effettivamente salì su un tram nei pressi di piazzale Baracca: il manovratore capì le ragioni della sua fuga e gli aprì le porte in corsa; poi saltò giù in via San Michele del Carso forse perché sapeva che in quel cortile del n.5 c’era un passaggio segreto per cui poteva uscire su corso di Porta Vercellina e far perdere le sue tracce. Purtroppo, le armi furono più veloci. A mia mamma che urlava alla finestra la squadraccia fascista gridò «Zitta! E si ritiri da lì!»; e solo la nonna riuscì a strapparla dalla finestra prima che i sicari venissero su ad arrestarla. Due giorni dopo arrivò la notizia della morte di Mario“. Sulla casa dove i Greppi abitavano una lapide, collocata dai suoi compagni di lotta, ricorda il ragazzo caduto per la libertà.

Lapide : via San Michele del Carso, 5