Rigoldi Francesco


Rodano (MI), 29 marzo 1914 – Camerlata (CO), 30 dicembre 1944

Nato a Rodano (MI) il 29 marzo 1914, a due anni viene con la famiglia ad abitare a Niguarda in via Ornato 32. Nel 1938 dopo la sesta elementare inizia a lavorare come fabbro alla Pirelli Bicocca, e aderisce al PCI. Nel 1940 la Pirelli è “fabbrica di guerra”; viene quindi esonerato dal richiamo alle armi. Dopo la caduta di Mussolini, nelle fabbriche i sindacati operai si riorganizzano e Rigoldi è eletto nella commissione interna. Quando l’8 settembre i tedeschi occupano quasi tutti gli stabilimenti, in Pirelli si formano i comitati segreti per l’attività clandestina in fabbrica. La federazione del Partito comunista lo incarica di riorganizzare il movimento operaio clandestino nelle fabbriche da Sesto San Giovanni a Porta Venezia, a Milano. Nella sua casa di viale Sarca 78 tiene incontri per preparare gli scioperi del marzo 1944. I nazifascisti, per stroncare la sovversione, arrestano e deportano parecchi lavoratori in Germania. Il 27 aprile 1944 anche Rigoldi viene arrestato e portato a San Vittore. Nell’agosto 1944, con 14 suoi compagni riesce a fuggire dal treno che li sta portando in un campo di concentramento e torna a Milano. Ma i fascisti lo stanno ricercando: perciò raggiunge i partigiani dell’86° brigata “Valtaleggio” nella Bergamasca. Nel frattempo, poiché che la sua abitazione è sotto controllo fascista, la moglie Eglia si trasferisce a Niguarda in via Hermada 4. In ottobre passa nelle formazioni del Centro lago comasco come commissario politico nella 52° brigata Garibaldi “Luigi Clerici”. In quella zona l’attività partigiana è particolarmente difficile, poiché le brigate nere rastrellano sistematicamente il territorio. Infatti, il 22 dicembre in località Croce, sopra Sala Comacina, sorprendono i partigiani. Nello scontro a fuoco, quattro vengono uccisi e altri ventidue, tra cui Rigoldi, arrestati. Dopo interrogatori e torture, il 28 e 29 dicembre sono processati a Como dal Tribunale militare straordinario; cinque sono condannati a morte: Bigliani, Busi, Rigoldi, Sormani e Villa che, all’alba del 30 dicembre 1944 sono fucilati al poligono di tiro di Camerlata (CO).

Lettera alla moglie il giorno antecedente la fucilazione

29 12 1944 Cara moglie,

quando riceverai questa mia non sarò più di questo mondo. Perdona-mi. Avevo sognato un mondo di felicità. Così invece ti lascio sola con due bambini. Abbi per essi tutte le cure che so che tu hai perché sei buona. Muoio col vostro nome sulle labbra e sperando in un’eternità migliore che non ho trovato in questa vita. Tanti bacioni ai bambini, un ultimo abbraccio a te. Saluti a tutti.

Tuo Francesco

(questa lettera è riportata nel volume ”Lettere dei condannati a morte della resistenza”.)

LAPIDE : Via Hermada 8

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