L’educazione di un fascista di Paolo Berizzi.
Presentazione del volume di Paolo Berizzi.
Tutti, su un libro di storia, riconoscerebbero la fotografia di un balilla. Ma davvero i giovani fascisti, le loro divise e i loro simboli appartengono soltanto al passato? Esiste una trasmissione sempre più manifesta di valori, un passaggio tra le generazioni che conserva il cult dell’autoritarismo, della violenza e della morte, l’ossessione razzista e xenofoba, la disciplina militaresca e la pulsione identitaria che già una volta hanno formato un’intera generazione di ragazzi.
Feltrinelli, 2020.
L’autore ne discute con Roberto Cenati.
È gradita la camicia nera” di Paolo Berizzi con il commento di Carlo Smuraglia.
Nel cuore del ricco Nord-Est, Verona è il laboratorio italiano dell’estrema destra di potere. Qui ex skinhead e ani-matori di festival nazirock, capi ultrà che allo stadio inneggiano a Hitler ed esaltano “una squadra a forma di svastica”, tradizionalisti cattolici nemici giurati dell’Illuminismo, dello Stato unitario e del “dilagante progressismo ecclesiale”, avvocati dal saluto romano fin troppo facile, promotori di cene e gite in cui “è gradita la camicia nera” entrano in consiglio comunale nella lista del sindaco, organizzano manifestazioni finanziate dal Comune, diventano presidenti di società partecipate o della commissione sicurezza, finiscono a capo dell’Istituto per la Storia della Resistenza.
Rizzoli, 2021.
L’autore ne discute con Carlo Smuraglia.
Un calcio al razzismo di Massimiliano Castellani e Adam Smulevich.
Il calcio, il gioco più bello del mondo, subisce sempre più l’insidioso veleno del razzismo. Una minaccia che ha origine nei drammi che hanno attraversato la società europea nel secolo scorso e che ancora pulsa nel ricordo di quelle ferite. C’è infatti un filo che collega i maestri danubiani della Serie A epurati dal regime fascista in quanto ebrei agli ignobili attacchi contro campioni di oggi come Koulibaly e Lukaku.
Giuntina, 2019.
L’autore ne discute con Marco Cavallarin.
Il fascismo è finito il 25 aprile 1945.
“Il fascismo è finito con la morte di Mussolini”. “I fascisti non esistono più o sono irrilevanti”. “L’Italia ha rotto per sempre con quel passato”. Siamo sicuri che sia così? E allora come spieghiamo le molte continuità tra il regime e la Repubblica? Le bombe, i pellegrinaggi a Predappio e le continue violenze? È giunto il momento di smontare uno dei luoghi comuni più duraturo della storia repubblicana, ovvero quello secondo il quale il fascismo è morto e sepolto da fine aprile 1945.
L’autore ne discuterà con lo storico Carlo Greppi.
Coordinerà l’incontro Angelo Longhi.
Cattiva memoria perché è difficile fare i conti con la storia.
Negli ultimi decenni il ruolo della memoria nella vita pubblica è cresciuto costantemente, ma in parallelo è diminuito il peso della storia nel costruire la nostra conoscenza e sensibilità del passato. Un processo accentua tosi con il sempre maggiore intervento della politica e delle istituzioni nel creare “leggi di memoria”, “luoghi di memoria”, monumenti, memoriali; ma anche con il contributo che i mass media, la letteratura, il cinema e la televisione danno a una lettura e ricordo del passato spesso lontani dalla coerenza di una narrazione storica rispettosa della verità.
Il Mulino, 2020.
L’autore ne discute con Maria Grazia Meriggi.
Neofascismo in grigio. La destra radicale tra l’Italia e l’Europa.
Il neofascismo ritorna, in Italia e in Europa. In forme ingannevoli, mutevoli, capace di adattarsi al pari di un camaleonte. Da un classico nero a un inquietante grigio. Obbligato per decenni ai margini del dibattito politico per il suo apparente anacronismo, il neofascismo, nelle sue diverse declinazioni storiche, ha invece assunto oggi le vesti di uno scomodo convitato. Non è il ritorno a vecchie organizzazioni che si erano incaricate di raccogliere, in età repubblicana, il lascito mussoliniano. Men che meno degli spettri, mai del tutto dissoltisi, di quest’ultimo. Semmai assistiamo a una riformulazione culturale e antropologica della sua attualità in quanto sistema di rapporti e relazioni politiche per i tempi a venire.
Einaudi, 2021.
L’autore Claudio Vercelli ne discute con Marco Brunazzi.
Silenzio di piombo. Il terrorismo rosso, uomini e donne. Organismi segreti e complicità acculte. 1968 – 1988, il bilancio.
Una serie di documenti fino a pochi anni fa inaccessibili, che hanno permesso di ricostruire alcuni avvenimenti del passato politico del nostro paese. Questa è una storia di apparati dello Stato e di apparati paralleli per tanto tempo occulti, in cui prende forma non il contropotere, ma il potere. Inquinato, deviato ambiguo, persino invisibile, che determina fatti che diventeranno eventi di cui parlerà l’opinione pubblica o di cui si scandalizzerà l’opinione pubblica. Perché questa è anche una storia vissuta dalla gente comune che ha sedimentato quanto ha vissuto o che le è stato raccontato, e oggi fatica a rimuovere quanto pensa di sapere.
Leone editore, 2020.
L’autrice Patrizia Zangla ne discute con Saverio Di Bella.
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