Milano, 7 luglio 14 – Ventotene e poi Napoli, 8 luglio 1939
Nato a Niguarda il 7 luglio 1914 deceduto in carcere (Ventotene e poi Napoli) l’8 luglio 1939
La lapide riporta: “In questa casa proletaria, Mario Brambilla forgiò la sua fede comunista l’infame regime fascista lo incatenò fino a distruggergli la giovane vita. Fieri del suo sacrificio e del suo insegnamento lo ricordano i familiari gli amici ei compagni di lotta.”
Di professione fattorino, anima la produzione e diffusione della stampa clandestina e l’organizzazione del movimento antifascista a Niguarda e in altre zone di Milano, in diretto collegamento con esponenti del PCI. Per questi motivi il 28 agosto 1936 a soli 22 anni su delazione di una spia viene arrestato a casa sua e incarcerato a San Vittore. Benché il processo non riesca a provare la sua attività contro il regime, è inviato al confino, prima alle isole Tremiti e poi a Ventotene. Ripetutamente condannato per infrazione agli obblighi del confino e, in particolare, per essersi rifiutato di fare il “saluto romano” imposto ai confinati da un commissario provocatore su ordine di Mussolini, dalle Tremiti viene inviato nel carcere di San Severo di Puglia, dove la sua salute già compromessa si aggrava. Grazie alle ripetute richieste dei compagni di prigionia, dopo alcuni mesi è di nuovo trasferito a Ventotene, e da qui all’ospedale. Operato per sospetta appendicite ma poi trascurato come tutti i detenuti politici, non riesce a superare l’intervento chirurgico e l’8 luglio 1939 muore nell’infermeria per i carcerati nell’ospedale Pace di Poggioreale a Napoli a solo 25 anni.
LAPIDE : Via Hermada, 8
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