Curiel Eugenio


Trieste, 11 dicembre 1912 – Milano, 24 febbraio 1945

Nato a Trieste l’11 dicembre 1912, caduto a Milano il 24 febbraio 1945. Esponente della borghesia colta, dotato di brillante intelligenza, a ventun anni a Padova si laureò in fisica all’università e vi divenne assistente. Appena trentenne era già stato nominato professore ordinario nella stessa Università di Padova. Si dedicò anche agli studi filosofici e, avvicinatosi al marxismo, si iscrisse al Partito Comunista. Nel 1938 per le sue origini ebraiche venne cacciato in seguito alle leggi razziali e per la sua attività politica (Partito Comunista) fu più volte arrestato. Costretto ad abbandonare le attività professionali, si trasferì a Milano dove prese contatto con vari gruppi antifascisti. Il 24 giugno 1939 venne arrestato dall’Ovra, portato al carcere di San Vittore a Milano e, dopo settimane di interrogatori, fu condannato al confino a Ventotene. Dopo la caduta del fascismo, nell’agosto del 1943 tornò a Milano dove diresse “L’Unità” clandestina. Nel gennaio del 1944 fondò il Fronte della Gioventù – costituito da giovani antifascisti impegnati nella lotta di liberazione – il cui contributo fu enorme nella fase insurrezionale. Il 24 febbraio 1945 incappò in una squadra di militi della quale faceva parte uno dei suoi carcerieri di Ventotene che lo riconobbe e fu ucciso in mezzo alla strada.

«I cani sanguinari che ancora battono le vie di Milano, in questi ultimi giorni della loro repubblica protetta dal Reich, possono cantare vittoria per una volta. […] L’uomo che una loro pattuglia di militi uccise e derubò in piazzale Baracca, alle tre del pomeriggio, qui a Milano, non era uno ‘di nessuno’. Era ‘nostro’ del Partito comunista italiano e dell’Italia che lotta. Era Giorgio: aveva trentadue anni, il volto gentile di un ragazzo, tanto di più se sorrideva nei momenti lievi, con quei suoi denti bruciati dal fumo: e tanto di più anche nei momenti duri, se porgeva ad altri la sua fiducia, la sua sicurezza, la sua forza». Elio Vittorini, nella sua inconfondibile e veemente prosa militante ricordava così sul numero dell’Unità ancora clandestina del 9 aprile 1945 il sacrificio di uno degli uomini di punta della Resistenza milanese, Eugenio Curiel, che sulla stampa comunista si firmava con il nome di battaglia Giorgio Intelvi.

Tre dei suoi killer vennero condannati a morte nel 1947, ma un intervento della Cassazione annullò il processo. Il giovane milite della Ettore Muti, Felice Ghisalberti, che venne assolto per insufficienza di prove, fu ucciso nel 1949 in un agguato in via Lomazzo dai militanti della Volante Rossa. Motivazione della Medaglia d’oro al V.M. (alla memoria): “Docente universitario, sicura promessa della scienza italiana, fu vecchio combattente, se pur giovane d’età, nella lotta per la libertà del popolo. Chiamò a raccolta per primo, tutti i giovani d’Italia contro il nemico nazifascista. Attratta dalla sua fede, dal suo esempio, la parte migliore della gioventù italiana rispose all’appello ed Egli seppe guidarla nella eroica lotta ed organizzarla in quel potente strumento di liberazione che fu il Fronte della Gioventù. Animatore impareggiabile è sempre laddove c’è da organizzare, da combattere, da incoraggiare. Spiato, braccato dall’insidioso nemico che vedeva in lui il più pericoloso avversario, mai desisteva nella lotta. Alla vigilia della conclusione vittoriosa degli immensi sforzi del popolo italiano cadeva in un proditorio agguato tesogli dai sicari nazifascisti. Capo ideale e glorioso esempio a tutta la gioventù italiana di eroismo, di amore per la Patria e per la Libertà.”

https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/18_febbraio_08/delitto-1945-fuga-disperata-eugenio-curiel-ucciso-fascisti-piazzale-baracca-60cc15d4-0cb6-11e8-8543-41fe3d3d3c7b.shtml

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Lapide : piazza della Conciliazione, 4