Dolo (VE), 4 dicembre 1924 – MATHAUSEN, febbraio 1945
Tipografo, abitava in via Don Bosco 31, aveva da poco compiuto 19 anni quando il 10 febbraio 1944, insieme a un gruppo di partigiani del distaccamento “5 Giornate”, partecipò all’assalto alla Casa del Fascio di Sesto San Giovanni, dove rimasero uccisi quattro fascisti con diversi feriti. Afferrato il mitra, Zanta si lanciò all’interno spalancando la porta della stanza in cui avrebbero dovuto essere riuniti i fascisti, e cominciò a sventagliare, ma quella sera, all’ultimo minuto, i fascisti decisero di dividersi in due gruppi e tenere anche un’altra riunione. Per non trovarsi intrappolato, Zanta uscì subito coperto da una bomba a mano lanciata all’interno della sede da Antonio Zacchetti. Il gruppo abbandonò il luogo dell’azione facendo sparire ogni traccia. L’operazione era stata minuziosamente preparata da Oreste Ghirotti e da Luigi Ratti, ma l’arresto di un componente il commando che cede e parla mise in crisi l’intero distaccamento. Uno dopo l’altro vennero catturati quasi tutti, e il 14 febbraio fu la volta di Alino Zanta. Rinchiuso a San Vittore, venne deportato al campo di concentramento e transito di Fossoli, poi a quello di Bolzano. Il 5 agosto 1944 venne deportato a Mauthausen (matricola 82556), dove è deceduto il 7 marzo 1945.
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