Smuraglia: «I partiti deboli aumentano i rischi eversivi»

L’intervista di Paolo Foschini

Intervista Smuraglia

MILANO «La verità?».

Certo.

«Ovvio che questi arresti mi preoccupano. Ma il vero rischio per la democrazia è la politica di oggi. La crisi dei partiti, è terribile da dire, mi fa ancora più paura di un possibile attentato».

Avvocato Carlo Smuraglia, lei è del ‘23, ha attraversato la storia d’Italia e oggi è presidente nazionale dell’Associazione partigiani. Teme davvero un ritorno del fascismo?

«Sempre. Ricordo piazza Fontana, gli anni delle stragi, i neofascisti di Ordine nuovo. Ricordo che già allora tanti li ritenevano “episodi occasionali”. Io ero tra quanti dicevano un’altra cosa: e cioè che noi italiani i conti col fascismo non li abbiamo mai chiusi sul serio».

Abbiamo la Costituzione più antifascista del mondo.

«Che infatti vogliono smontare. Il punto è che molti complici del sistema fascista, già allora, erano rimasti al loro posto. Il nostro apparato statale non si è mai liberato del tutto».

Una teoria un po’ generica.

«Mica tanto se si pensa alle due costanti di tutte le stragi italiane: una è la matrice fascista, l’altra è la copertura o in qualche modo la presenza di “pezzi” dello Stato. Deviati, si è sempre detto, ma sempre dello Stato. Un caso?».

Cosa vede in comune tra gli ordinovisti di piazza Fontana e quelli appena arrestati?

«Il rischio della nostra sottovalutazione. Vedere gente che inneggia al fascismo e dire “tanto son quattro gatti”. Si comincia così, si finisce per considerarlo normale».

Differenze?

«Una grandissima: negli Anni 70 i partiti furono la garanzia della tenuta democratica. Oggi la loro crisi etica, morale, politica, per il fascismo è il più fertile terreno che ci sia».

Perché?

«Perché allontana i cittadini dalla partecipazione, e quindi dalla democrazia. Soprattutto nei periodi di crisi, quando la gente si convince di non avere più niente da perdere. È lì che nascono le dittature».

Intervento di Roberto Cenati nella ricorrenza del 45° Anniversario della strage di Piazza Fontana

Intervento Roberto Cenati 45° Piazza FontanaTutto ebbe inizio 45 anni fa, il 12 dicembre 1969, con la terribile esplosione alla Banca Nazionale dell’Agricoltura, in piazza Fontana che provocò 17 morti e 88 feriti. Quella sanguinosa strage nazifascista fu preceduta da preoccupanti segnali, già evidenziati nel documento del Comitato Permanente Antifascista per la difesa dell’ordine repubblicano costituitosi a Milano, nel mese di maggio, all’indomani delle bombe neofasciste alla Fiera Campionaria e alla Stazione Centrale del 25 aprile 1969. Nel documento si denunciava l’intensificazione dell’attività criminosa neofascista, la mancata identificazione di  esecutori e mandanti da parte della struttura dello Stato non rinnovata e non aderente agli ideali della Repubblica e della Resistenza.

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Manifestazione a Pratiglione – 13 Settembre

il Risveglio 11.09.2014 - Altocanavese - Pratiglione Intervento RobertoSabato 13 Settembre 2014 ha avuto luogo a Pratiglione, in provincia di Torino, una commossa manifestazione, nella ricorrenza del 70° anniversario della fucilazione di tre partigiani da parte di militi della Repubblica di Salò: Aldo Grivet Ciach, Giuseppe Ronco, entrambi di San Maurizio Canavese e Silvano Martinini, Vigile del Fuoco di Milano.

Alla cerimonia, promossa dalla Sezione di San Maurizio Canavese sono intervenuti: il sindaco di Pratiglione e di San Maurizio Canavese, il segretario della Sezione ANPI di San Maurizio, Franco Brunetta e Roberto Cenati, Presidente ANPI Provinciale di Milano.

Al termine della manifestazione, alla quale ha partecipato una folta delegazione di Vigili del Fuoco di Milano e di Torino, è stato letto un messaggio di Giuliano Pisapia Sindaco di Milano, città che ha contribuito alla realizzazione di una targa dedicata al sacrificio dei tre giovani partigiani.

In allegato: articolo di Franco Brunetta su “il Risveglio”, intervento di Roberto Cenati.

Intervento di Roberto Cenati nella ricorrenza del Settantesimo Anniversario dell’eccidio di piazzale Loreto – Milano 10 Agosto 2014

In una testimonianza raccolta nel settembre del 1997, su quella terribile mattina del 10 agosto 1944, così la partigiana Giannina Cècere Fabello che ci ha lasciato nel 2010, racconta: “Lavoravo in via Sammartini ed abitando in via Plinio mi recavo a piedi sul posto di lavoro passando da piazzale Loreto per viale Brianza. Vidi ad un certo momento dei camion fermarsi di fronte alla staccionata situata a lato di un’autorimessa in piazzale Loreto. Dei fascisti armati e in divisa scesero per primi dal camion, obbligando con i fucili spianati, parecchi uomini, giovani e non, a scendere anche loro e a  portarsi di fronte alla staccionata tutti in gruppo.

Questa operazione durò pochi minuti, poi una scarica di fucili si abbatté su di loro uccidendoli tutti. Cosa feci allora davanti a quei corpi senza vita non lo so – rabbia, disperazione, dolore e tanto odio per gli assassini, anche perché riconobbi tra quei poveri corpi un amico a noi caro, Tullio Galimberti. Come si può scordare tanta infamia, tanta crudeltà verso i nostri simili ?”

Milano non ha dimenticato quell’orribile eccidio. Piazzale Loreto è rimasto nel cuore, di tutti gli antifascisti, dei milanesi che mai dimenticheranno tanta barbara crudeltà.

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