Corso di formazione nazionale per iscritti ANPI – Introduzione

di Carlo Smuraglia, Presidente Nazionale dell’ANPI

La formazione politico-culturale dei cittadini è uno dei problemi fondamentali del nostro Paese, specialmente in questa fase della vita nazionale. Ma il problema assume aspetti peculiari quando si tratta di un’Associazione come la nostra, di tradizioni gloriose, ma che ha rinnovato e sta mutando la sua composizione.

Il che comporta, di per sé, la necessità di un elevamento complessivo del livello culturale e politico non solo dei dirigenti, ma anche della “base” e dei simpatizzanti e amici. Per di più, la situazione grave in cui versa il Paese ci pone certamente di fronte a problemi e questioni che un tempo sarebbero stati impensabili e che richiedono risposte e comportamenti adeguati e consapevoli.

Da ciò, la necessità di “formare”, con la maggiore celerità possibile, almeno i nostri iscritti, ma (sarebbe meglio) anche quelli che ci stanno vicini e simpatizzano con l’ANPI, anche se non sempre sono militanti. E si pone anche una necessità particolare, di “formare” i nuovi dirigenti, che ormai non sono più – se non in parte assai ridotta – gli ex partigiani e combattenti, ma sono una grande e complessa categoria che va sotto il nome di “antifascisti”.

A questi dirigenti si richiedono non solo capacità organizzative e direzionali, ma anche conoscenze, un certo livello culturale, un adeguato livello di consapevolezza politica. Tutte qualità necessarie per poter operare, al momento necessario, scelte non sempre facili, perché la stessa applicazione della linea politica generale dell’Associazione, nei casi concreti, richiede capacità di giudizio e di valutazione, esperienza, prudenza e iniziativa al tempo stesso. Tutto questo non può che essere basato su una adeguata preparazione culturale e politica, una conoscenza almeno della storia più recente, dal fascismo in poi, una corretta interpretazione dei fatti e delle vicende del dopoguerra, oltre – ovviamente – ad una buona conoscenza della Resistenza e della Costituzione.

Infine, è necessario anche conoscere bene che cos’è la nostra Associazione, qual è la sua storia, quali le sue finalità e quali i suoi connotati fondamentali, in altre parole, la sua identità politica; nonché la conoscenza piena delle regole (scritte e non scritte) che disciplinano la nostra azione comune e la convivenza anche di idee diverse, su alcuni grandi temi. L’unità nel pluralismo richiede, appunto, qualità intellettive politiche, morali, con le quali non è detto che tutti si nasca.

È questa dunque l’esigenza di una formazione adeguata, finalizzata almeno a raggiungere un livello medio culturale-politico, se non sempre elevato, quanto meno adeguato alle necessità. Una formazione non destinata solo ai giovani (anche se, forse, ne saranno i principali fruitori), ma a tutti, indipendentemente dall’età.

Come realizzare questa “formazione” che, in qualche modo è anche una formazione alla cittadinanza, alla cultura ed al rigore della buona politica, ad una corretta valutazione del ruolo delle forze democratiche e, più specificamente, dell’ANPI? C’è chi sostiene che la “formazione” si fa soprattutto “sul campo”, sperimentando, mettendosi in gioco, esercitando in concreto, le proprie capacità di iniziativa e di direzione. Verissimo, ma fino ad un certo punto, perché a fondamento di tutto occorre una preparazione, fatta di conoscenza e di cultura storico-politica. Una volta, si facevano le scuole di politica (in genere, erano scuole di partiti o di sindacati) ed alcune ancora esistono e sopravvivono. Noi non possiamo permettercelo, perché troppo elevato è diventato il numero degli iscritti e troppo limitate, per contro, le risorse di cui disponiamo.

Abbiamo scelto, allora, di fare un corso “modello”, a Parma, con un numero contenuto di “allievi” e con un numero molto essenziale di lezioni. Il corso è andato bene, ha suscitato interesse e, in molti casi, anche entusiasmo. È stata – di per sé – un’esperienza di grande rilievo, per tutti, allievi e docenti. Ma il corso non era destinato a restare un modello immobile; la finalità, oltre alla sperimentazione, era quella di diffonderlo, poi, per mettere in condizione tutti gli organismi periferici di fare corsi analoghi, utilizzando il materiale – appunto – del corso di Parma e reperendo sul posto altre risorse (docenti, relatori, ecc.).

Così il corso è stato registrato e poi trascritto; la correzione dei testi da parte dei relatori ha richiesto più tempo del previsto, perché ci sono stati ritardi da parte di alcuni, notoriamente molto impegnati. Alla fine, siamo riusciti a comporre un libretto che spero appaia subito di notevole interesse, per i temi trattati, per la qualità dei relatori e per il materiale (comprese le indicazioni bibliografiche) che viene messo a disposizione per approfondimenti. Io spero che il nostro progetto, la cui parte più rilevante comincia ora, vada a buon fine.

Abbiamo predisposto uno strumento importante ed utile; adesso, spetta ai Comitati provinciali, insomma ai nostri organismi periferici, di contribuire a realizzare la diffusione di questa “formazione” che abbiamo cercato di impostare. Dipenderà da loro se tutto si ridurrà ad una esperienza, comunque interessante ed utile, che abbiamo realizzato a Parma o se si riuscirà a passare ad una formazione “diffusa”, in grado di raggiungere gran parte dei nostri iscritti, ma anche di simpatizzanti e amici. È una sfida importante, non facile ma che è possibile vincere con un po’ di impegno, di senso di responsabilità, e sulla base di un legame profondo con l’interesse dell’Associazione e del Paese. Nonostante tutte le difficoltà, faccio affidamento sulla fantasia e la creatività di tanti nostri aderenti, sulla iniziativa e il coraggio di tanti giovani, sulla saggezza dei più anziani. E spero che il mio non sia l’ottimismo dei sentimenti e della speranza, ma quello della ragione.

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Mi corre l’obbligo, prima di concludere, di osservare che le “lezioni” che qui pubblichiamo possono apparire anche di diverso livello e di diversa struttura, ma in realtà non è così. Il corso verteva su temi importanti, ma diversi fra loro (alcuni più proiettati sulla storia, altri sul diritto, altri ancora sull’esperienza concreta). I relatori hanno dovuto tenere conto di questo, così come del diverso livello culturale degli ascoltatori (in prevalenza giovani, ma, anche fra loro, con naturali diversità di preparazione e conoscenza). Da ciò la necessità di attenersi, sui temi più complessi, a criteri di diffusa accessibilità e di agevole comprensione per tutti; questa è anche la ragione per cui su alcuni temi (ad esempio quelli di carattere giuridico, anche se inerenti alla Costituzione) si è preferito mantenere un carattere discorsivo e facilmente percepibile.

Del resto, i risultati ci hanno dato ragione, perché in effetti durante il corso, che era molto intenso e concentrato, il livello di attenzione non è caduto mai. Logico, dunque, che questo indirizzo dovesse essere mantenuto anche nella pubblicazione, ben conoscendo il rischio di apparire, talvolta, elementari, ma puntando sempre sulla comprensibilità e accessibilità per tutti. Ringrazio, per questo sforzo collettivo, i docenti (parlo, ovviamente, degli “esterni”), che sono stati veramente meravigliosi, per preparazione, impegno e partecipazione. Li ringrazio anche per la loro assiduità e per aver fatto ogni sforzo per non mancare (ci sono state soltanto due forzate rinunce, per motivi oggettivi insormontabili; ma il corso è andato avanti, comunque, sostituendosi – il Presidente – ai due relatori venuti meno, nella lezione sulla “Costituzione e princìpi generali” ed in quella sulle “Stragi del dopoguerra”). Ringrazio anche gli “studenti” che non solo hanno ascoltato, ma hanno partecipato con passione ed impegno; e alla fine ci hanno dato anche il contributo dei loro giudizi e suggerimenti per il futuro.

Ringrazio infine, e ovviamente, tutti coloro (da Andrea Liparoto a Paolo Papotti e, nella prima fase, al gruppo “formazione” del Comitato nazionale) che hanno attivamente contribuito ad organizzare il Corso, anche per gli aspetti logistici ed infine anche per la raccolta dei testi e la formazione della pubblicazione che qui viene raccolta. E ringrazio vivamente tutti coloro che, anche dall’esterno  ci hanno dato una mano preziosa per la revisione dei testi. Questo forte impegno, per tutti assolutamente volontario e gratuito, fa ben sperare per il prosieguo del nostro progetto e per la realizzazione del disegno formativo che ho cercato di illustrare e che abbiamo tutti coltivato con autentica passione, e che continueremo a sviluppare con assoluta fermezza e profonda convinzione.