Ho avuto modo di conoscere Orfeo Gagliardini, diversi anni fa, nelle riunioni che si svolgevano nella sede dell’ANPI di Milano in via Mascagni, con Tino Casali. E ho sempre avuto l’impressione di trovarmi di fronte ad un uomo di alto spessore, che si era formato negli anni della clandestinità e della lotta contro il nazifascismo.
Una delle ultime volte in cui l’ho sentito è stato quando gli ho chiesto, non conoscendo bene le sue vicende resistenziali, se poteva rilasciare una sua testimonianza su Milano, in particolare sull’eccidio di piazzale Loreto. Orfeo proveniva da famiglia antifascista: il padre era socialista e non gli permetteva di indossare la divisa militare obbligatoria, quando Orfeo faceva il pre-militare, anche se questo costò ad Orfeo “botte da orbi” da parte di un capitano fascista.
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